martedì 1 novembre 2011

in alto lo spirito: andrea camilleri


ecco un altro dei miei autori preferiti, un uomo a cui mi sento legata affettivamente come fosse un nonno che mi racconta le favole.. a modo suo!
camilleri è unico nel suo genere, e per la scelta di una lingua che è un incrocio fra l'italiano forbito e il dialetto siculo, e per il senso dell'umorismo, sottile e scanzonato, che contraddistingue tutti i suoi romanzi, sia quelli che hanno protagonista l'ormai celeberrimo moltalbano, commissario dei giorni nostri, che quelli ambientati nella vigata dei tempi passati.
una scrittura particolare quindi, che alle prime pagine un po' scoraggia, ma vi assicuro che vale la pena fare un piccolo sforzo e perseverare: in fondo i termini dialettali alla lunga sono sempre gli stessi, li si impara in fretta e facilitano poi una lettura divertente, ricca di intrecci articolati nei quali l'autore si destreggia con lucidità e leggerezza, personaggi spassosissimi, trame dove quasi sempre c'è un colpevole che quasi sempre non indovino.
di montalbano c'è poco da dire, tutti lo conoscono attraverso le fiction che ho seguito anch'io nonostante non sia assolutamente amante del genere: una volta tanto la trasposizione televisiva non delude, grazie anche all'interpretazione di zingaretti che è assolutamente perfetto per il ruolo.
ho scelto per il primo piano "il ladro di merendine" solo  perchè è il primo che ho letto, tanti anni fa, incuriosita da un'intervista fatta da costanzo che provocatoriamente garantiva personalmente la restituzione del costo del libro nel caso non fosse piaciuto.
all'inizio mi sono fatta aiutare dalle note, una sorta di piccolo dizionario che si trova alla fine dei romanzi più vecchi, oggi non serve più e ad ogni uscita sono in prima fila per assicurarmi qualche ora di divertimento.
mi ricordo un aneddoto, giravo ancora la città con i mezzi pubblici.. ho iniziato a ridere da sola, sul sedile vicino al finestrino, ho provato a chiudere il libro, a metterlo in borsa, a non pensarci più.. ma alla fine ho dovuto scendere per non essere presa per pazza dagli altri passeggeri, farmi passare la crisi e risalire sull'autobus successivo.
è consigliabile, per i romanzi di montalbano, non leggerli a caso ma iniziare dal primo: anche se sono storie a sè non è raro trovare dei riferimenti a romanzi precedenti, e poi in questo modo si accompagnano i personaggi nelle loro vite, e ci si affeziona, si diventa amici.
una nota particolare va a "la scomparsa di patò": uno scambio epistolare fra la polizia e i carabinieri che fa il verso alle nostre barzellette di genere, ma molto più sofisticato, sottile, di una brillantezza di cui solo camilleri, baldanzoso ottantaseienne, è capace.

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